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Avevo fatto una promessa! Avevo promesso di dedicare una storia ad una amica del forum.
Oggi è il giorno giusto.
Stavolta è un po' più di una storia, ma un racconto lungo … perché una lunga attesa merita una lunga storia. Prendetela come una favola della buonanotte. Quindi, se ne avete voglia, mettetevi comodi e prendetevi 18 minuti di pausa dalle vostre fatiche quotidiane e leggetela, perché le favole insegnano sempre qualcosa.
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BAUCINA
Baucina è un piccolo paese della provincia di Palermo con 1.842 abitanti. Ieri è nato Marco, un bellissimo bambino con tanti capelli biondi, figlio di Mimma e Donato Spadaro, e quindi oggi gli abitanti sono 1.843! Baucina ha, dal 2022, un tasso di natalità di 3,9 per 1000 abitanti. Praticamente nascono 7 bambini ogni anno. Quindi là nascita di Marco è un evento che viene festeggiato a dovere.
C’è la fila a casa di Mimma per portare doni per il rinfresco in onore di Marco, in particolare, visto la vicinanza di Pasqua, la mitica cassata siciliana, i Pupi cu' l'ova e le pecorelle pasquali. Marco sarà contento!
Baucina (si pronuncia Bbašina in siciliano) è uno dei tanti borghi caratteristici siciliani, nato nel 1600 attorno ad una chiesetta di campagna, la chiesa Madre, ovviamente dedicata a Santa Rosalia, siamo vicini a Palermo. Il patrono di Baucina però è San Marco (ah, ecco perché il bimbo nato ieri si chiama così, non ci avevo pensato!), ma tutti gli abitanti del borgo, da 250 anni, sono molto devoti alla compatrona del paese, Santa Fortunata, una giovane che fu martirizzata nell’epoca romana di Diocleziano durante un suo viaggio da Palestrina (vicinissimo alle mie zone) a Roma, perché non volle abiurare la sua fede cristiana.
Come in ogni piccolo paese italiano le figure fondamentali continuano ancora oggi ad essere tre:
oltre al Sindaco, ci sono il Parroco e il Medico di famiglia.
Il Medico di Famiglia è il Dott. Bernardo Giuffrida, da tutti chiamato “DottorNardu” (si pronuncia tuttattaccato), medico della mutua del paese da quasi 35 anni, anche se purtroppo fra 5 anni andrà in pensione e i baucinesi, che hanno un’età media molto alta, sono molto preoccupati su chi lo sostituirà. Nessuno vuole fare più il medico di famiglia purtroppo.
Non si capisce il perché, visto il ruolo fondamentale e sociale che ha e dovrebbe avere questa figura nella nostra comunità.
Il DottorNardu è un omone di 64 anni, originario di Pachino (non di Pechino! Ma di Pachino, il paesino siciliano famoso per i pomodorini), è stimato e amato da tutti i 1842 Baucinesi (1843 scusate!). Ogni giorno, dopo l’orario dell’ambulatorio, fa il giro delle visite dei paesani che sono malati. Non ha perso una visita dal 1990, anno in cui fu nominato medico della mutua di Baucina, ad eccezione di tre volte, ma non per colpa sua.
La prima volta fu il 30.06.1990. Quella sera il dottorNardu finì tardissimo in ambulatorio, ma doveva comunque fare il giro delle visite. Si attardò per una complicazione da donna Assunta e alle 22.30 doveva ancora andare da compare Alfio, che aveva in corso una colica renale acuta. Ma quella sera erano in programma i quarti di finale dei Mondiali di calcio italiani, partita Italia-Eire. La partita terminò e tutti i baucinesi scesero in strada per festeggiare il passaggio alle semifinali mondiali, grazie al gol del compaesano Totò Schillaci e non riuscì a raggiungere la casa di compare Alfio. Il DottorNardu si sentiva tanto in colpa per compare Alfio…fino a quanto non vide, con grande stupore, compare Alfio con un fiasco di vino rosso (un gran bel Frappato locale!) in mano che festeggiava con gli amici in Piazza dell’Assunta. Grande Totò Schillaci! … medicina antidolorifica, un siciliano di Palermo alla conquista del Mondo! Ancora oggi il dottorNardu sorride con compare Alfio ricordando quella notte.
La seconda visita che bucò il dottorNardu fu il 23 maggio 1992. Erano le 20,15, doveva andare fuori dal paese, in campagna, da Mastro Picchio per disinfettare una brutta infezione per una ferita dal lavoro nei campi. Ma c’era un posto di blocco sulla statale 121 di Carabinieri e Polizia. Non lo fecero passare! Fu in quel modo che il DottorNardu ebbe conoscenza della strage di Capaci. Rimase in auto, immobile per un’ora, non poteva credere a quello che era successo ad una cinquantina di Km di distanza, che avrebbe segnato la storia dell’Italia del dopoguerra!
La terza visita che saltò fu la visita di prima mattina che doveva fare ad Annuzza, che durante la notte del 5 gennaio 2017 aveva avuto un collasso, la notte della Befana. Ma quella notte ci fu la più grande nevicata degli ultimi 40 anni a Baucina e in tutta la Sicilia. Non potè uscire di casa, la porta era bloccata da un metro di neve e le strade non percorribili. Ma Annuzza sta bene, non vi preoccupate, si scoprì solo dopo che aveva fatto una indigestione di “spiedini fritti” tipici di Baucina, accompagnata da “solo” 1 cassata, 2 cannoli e 2 buccellati la sera prima, aspettando la calza con i nipotini.
Il Parroco è invece Don Alceste, parroco anche lui da oltre 30 anni, un parroco vecchio stampo, nativo di Baucina, lo conoscono tutti da quando è bambino. Si narra che la sua vocazione sia nata quando, da bambino, rimase incastrato con una gamba in una roccia in un anfratto del Monte Cane, sopra Baucina. Era solo, si addormentò incastrato … pregò … si risveglio e non era più incastrato nella roccia. Fu in quel momento che decise di farsi prete, convinto che era stato liberato dal masso per servire il Signore. Conosce per nome (e soprannome) tutti i 1843 abitanti del borgo e se qualcuno non va a messa la domenica per due settimane di seguito, si presenta a casa del malcapitato e, di fronte a un boccale di vino rosso, racconta gli innumerevoli aneddoti di come Dio ascolta e salva tutti i suoi fedeli.
Ma succede rare volte a Baucina, sono tutti molto devoti, non ho mai capito se anche per la paura reverenziale della visita serale “paternalistica” di Don Alceste.
Don Alceste è una figura fondamentale della comunità, ma anche della festa di Santa Fortunata, per ovvi motivi visto che è il parroco, ma anche perché è lui che sceglie gli “ancili” insieme alla confraternita, ma questo lo vedremo dopo.
Fu proprio un altro parroco di Baucina, il Reverendo Don Nunzio Fortunato (ebbene sì, pure questo si chiama Fortunato!), il 14 febbraio 1790 ad ottenere la reliquia di Santa Fortunata con bolla papale, dopo aver raccolto e rappresentato nella istanza al Papa Pio VI il racconto di due identici sogni che fecero la madre superiora e il confessore del Collegio di Maria, nei quali santa Fortunata, in sembianze di fanciulla, chiedeva di essere trasportata in Sicilia e lì venerata.
La storia racconta che il primo miracolo di Santa Fortunata fu il giorno stesso dell’arrivo a Baucina delle reliquie e a beneficiarne fu il baucinese mastro Nicasio Zingari di anni 90 circa.
Aumentando sempre più la devozione dei fedeli di Baucina, Santa Fortunata venne proclamata il 9 aprile 1870 compatrona del paese, insieme al patrono principale San Marco.
Verso il 1840 le reliquie vennero ricomposte nel corpo che attualmente si può vedere e venerare nell’artistica urna, conservata nella Chiesa di Maria SS. del Lume al Collegio di Maria in Baucina. Fu il Medico-Farmacista (figura sempre apprezzata nel paese e considerata una autorità) Dottor Niccolò Greco (al quale è intestata anche una via di Baucina), profondo conoscitore dell’anatomia umana, a riassemblare con cura i sacri resti della Santa nella sua abitazione che oggi è Via Cairoli.
Proprio a Via Cairoli, a 20 metri da quella che fu la casa del Dottor Greco, si trova la casa di Alina e Alicia (si pronuncia Alisia), due gemelline dall’aspetto gentile, educate in un mondo semplice e sin da piccole legate alla loro terra e alle loro tradizioni centenarie, anche grazie all’educazione impartitagli da Papà Giuseppe (Peppino u “manigghiatore”, capiremo dopo cosa significa) e Mamma Fortunata. Eh già, proprio così si chiama, ma non è l’unica, visto che nel paese che conta 1004 femmine, ce ne sono altre sette di Fortunata! Tanto che, per distinguerle, si aggiunge al nome di Fortunata il nome del padre. Ossia la nostra Fortunata è, per tutti, Fortunata i Carmelo ‘u lampionaru” (ossia fortunata figlia di Carmelo). Il soprannome di Carmelo è “u lampionaru” perché come suo primo lavoro faceva il “lampionaio”, cioè colui che accendeva e spegneva i lampioni per le strade. Lo so che stentate a crederlo, ma vi assicuro che esisteva questo mestiere nei tempi che furono.
Alina e Alicia, sono gemelle identiche, molto difficile distinguerle a prima vista, anche se a ben vedere Alina ha una piccola cicatrice sulla parte superiore del naso, frutto di un incidente sull’altalena all’asilo. Ma nessuno se ne accorge. Sono identiche, anche se caratterialmente sono molto diverse; Alina è più esuberante, Alicia è un po' timida. Anche i nomi, quasi identici se non per la differenza di un paio di lettere, non aiutano a distinguerle. Nomi particolari per due bimbe siciliane, ma che furono dati da Zio Freddy e Zia Margareth, lui figlio di un fratello del nonno paterno che aveva fatto fortuna in America dapprima con un negozietto a Manhattan e poi con una catena di negozi di dolci e gelati siciliani in tutti gli States, ed era stato scelto come padrino di Battesimo. Alina in realtà era un nome abbastanza diffuso in Sicilia, Alicia decisamente no, molto americano, per questo si pronuncia con la esse, Alisia, anche se poi molti Baucinesi la chiamano Alicetta.
Ma torniamo a Santa Fortunata.
La festa liturgica è fissata al 14 febbraio, giorno dell’arrivo delle reliquie a Baucina; mentre la festa patronale si svolge la seconda domenica di settembre.
Come nella quasi totalità dei comuni italiani, ed in particolare siciliani, la festa di settembre è una sorta di docufilm popolar-liturgico di una straordinaria bellezza e suggestione, frutto di tradizioni centenarie e di rituali che col tempo sono diventati patrimonio emozionale di ogni singolo baucinese, che viene tramandato di generazione in generazione e addirittura ha scavallato i confini nazionali, tanto che anche i discendenti dei baucinesi che sono emigrati in America negli anni 50/60, se non riescono a tornare a casa per settembre, festeggiano nel loro paese, addobbando altarini casalinghi e riunendo le famiglie in festa.
Il fulcro della festa di Baucina della seconda settimana di settembre non poteva che essere la processione, nella quale l’urna della Santa viene posta su una tradizionale e monumentale “Vara” - che assomiglia all’Arca dell’Alleanza (anche come peso, visto che parliamo di 1.500 Kg) - sostenuta da due “castagnoli”, cioè da due lunghi pali che ne consentono il trasporto mediante l’equa distribuiscono del peso.
Tale ingentissimo peso è sostenuto, mediante i “castagnoli”, da 80 fedeli, tutti devoti alla Santa o graziati, tutti vestiti uguali, con pantaloni e camicia bianca con una fascia rossa alla vita. La figura più importante è quella dell’addetto ai “manigghi”, cioè in pratica il fedele deputato a “guidare” la pesante macchina. Peppino, il papà delle gemelline è un abilissimo “manigghiatore” (da qui il soprannome Peppino “u manigghiatore” che dicevamo nelle righe precedenti), l’ultima volta che l’ha fatto è stato nel 2014.
Anche il suocero di Peppino, il nonno delle gemelline, Carmelo u “Lampiunaru” era un abilissimo “manigghiatore” e un devotissimo di Santa Fortunata, tanto da dare il nome della santa a sua figlia. Oggi Carmelo ha quasi 90 anni, non può più muoversi a causa degli strascichi di un’ischemia celebrale, ma è ben lucido e aspetta la processione dal balcone della sua casa natale che si trova in Via Umberto I.
La particolare caratteristica della processione è quella di essere “figurata”, ossia vengono rappresentati, da oltre 130 anni, gruppi di personaggi in costume di epoca romana al fine di raffigurare, durante la processione, quanto più fedelmente possibile, i martiri e le persecuzioni di Santa Fortunata.
Il vero fischio d’inizio della processione (nel vero senso della parola!) è quando Totò “u Campanellaru” (nel 2024 saranno 50 anni che scampanella) suona un campanello dorato e tutti gli 80 portatori gridano all’unisono: “Chiffà nu scurdamu a chiamare sta Santa Avvucata, viva Santa Fortunata” e sollevano la Vara per condurla nel percorso di ovazione popolare prestabilito da 130 anni. La vara percorre salite, vie strette, passando tra la folla ondulando per il gran peso, ma facendo delle soste fisse e anche delle soste non prestabilite.
Le soste non prestabilite sono quelle che vedono “misteriosamente” fermarsi la Vara proprio davanti al posto in cui si trova un fedele che ha fatto delle promesse alla Martire. Solo dopo che il fedele ha donato quanto promesso, la vara viene risollevata e può riprendere il cammino. A settembre del 2023 una di queste soste “misteriose” è stata vicino a Mamma Fortunata, non sapevamo allora esattamente il perché.
Solo due soste sono prestabilite nelle due sere della processione, e precisamente in Via Roma ed in Via Umberto I (dove abita anche “U Lampionaru”).
In questa ultima fermata è prevista una delle cose tradizionali che più uniscono il paese: la "Vulata di l’Ancili”, che consiste nella recita di una poesia, da parte di due bambine (“l’ancili”, cioè gli angeli) vestite di bianco, con una coroncina in testa, sospese ad una corda tesa tra due balconi, al di sopra della Vara.
Uno dei balconi usati da 40 anni per fissare la corda è il balcone di Carmelo “U Lampionaru”. L’altro balcone al quale è agganciata la fune è quello di Rosalia, la nipote di Mastro Cesare, discendente del nobile Antonio Ventimiglia di Ciminna, fondatore di Baucina.
Alla fine della recita le bambine lasciano volare sull'urna una pioggia di volantini con la scritta "W. S. FORTUNATA" e dei colombi.
Nel 2012 ebbero l’onore di fare l’Ancili - dopo una dura selezione tra tutti i bambini del paese coordinata da Don Alceste e con votazione finale dei membri della Confraternita - Alina e Alicia (si legge Alisia, ricordatevelo!), le nostre due amiche gemelline che allora avevano 9 anni, le nipoti di Carmelo. Immaginatevi l’orgoglio di Carmelo “U Lampionaru” nel vedere le sue due nipotine in quel ruolo fondamentale e per di più sotto il suo balcone, mentre il genero faceva “u manicchiatore”.
La preparazione per le bimbe era iniziata a luglio del 2012, due mesi prima della processione, non era facile stare sospesi e recitare una poesia a memoria davanti a duemila persone che aspettano quel momento con commozione, figurarsi per Alicia che era anche un po' timida. Ancora oggi, dopo 12 anni, le gemelle ricordano la poesia e ogni tanto la recitano in silenzio prima di andare a dormire. Ultimamente, negli ultimi due anni, capita di recitarla spesso ogni martedì notte prima di addormentarsi, perché poi il mercoledì alle ore 11 in punto è un momento importante.
Comunque, tornando al 2012, le nostre gemelline fecero una gran figurone, i baucinesi si commossero, zio Freddy, zia Margareth e tutta la famiglia lato “America” le seguirono attraverso una videochiamata intercontinentale, le colombe volarono e la vara riprese il suo cammino dopo la sosta prestabilita dell’Ancili.
Ma appena la vara ripartì, Concetta (per tutti “Cettina”) cacciò un urlo; Totò u Campanellaru, era caduto a terra, sembrava morto. Peppino u manicchiatore fermò immediatamente la vara, dalla folla venne fuori DottorNardu che subito capì che Totò aveva avuto un infarto. Al suo fianco accorse anche Alfonso, detto Fofò, il figlio de “U carnaru”, il macellaio, che era allora un bel ragazzo poco più che diciannovenne che stava praticando - contro il volere del padre che voleva che proseguisse la tradizione “carnaruola” di famiglia - la scuola professionale per infermieri a Palermo.
Furono momenti drammatici, Il dottor Nardu praticò immediatamente il massaggio cardiaco mentre Fofò prese il defibrillatore che era conservato in una teca di un muro della vicina “Piazza Ragazzi del 99” (fu acquistato dai baucinesi con una raccolta pubblica di fondi promossa dalla Pro-Loco) … e, dopo attimi concitati che pochi capirono, Totò U Campanellaru, rinvenne in sé, pronunciò anche qualche parola di ringraziamento… era stato Fortunato! Dalla folla si sentì una voce “Miracolo! W Santa Fortunata” e tutti i 2.007 baucinesi (eh sì, nel 2012 erano ben 164 anime in più rispetto ad oggi) fecero un commosso e lunghissimo applauso.
Tutti ricordano ancora quella sera del 9 settembre 2012 che è rimasta tra le processioni più emozionanti della storia centenaria di Baucina.
Fu proprio quella sera, in quel momento esatto, che Alina e Alicia - che nel frattempo in quei lunghi e interminabili minuti erano ancora sospese sulla corda tra i balconi e videro tutta la scena da una visuale privilegiata come se fossero “droni umani” - decisero di studiare Medicina, perché avevano compreso che il vero miracolo fu la presenza del dottorNardu, di Fofò e del defibrillatore. Anche se una mano Santa Fortunata ce la mise certamente!
Totò u Campanellaru sta bene, ma questo lo sapevate già, perché avevamo già detto nelle righe precedenti che quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario del suo proverbiale “scampanellio” che dà il via alla processione.
Alina e Alicia scoprirono in questo modo la loro “vocazione”, entrambe, in quel preciso momento. Avevano quasi 10 anni. Nel corso degli anni successivi, da quando avevano 14 anni, il loro modo di aiutare la comunità baucinese fu quello di fare volontariato dando una mano all’Avis locale, ma anche quello di dare una mano all’ambulatorio del DottorNardu. Ovviamente gestivano solo le scartoffie, prendevano le telefonate, ascoltavano i pazienti che erano in fila in ambulatorio e programmavano le fatidiche visite domiciliari che Nardu continuava a fare dopo l’ambulatorio.
Fu proprio questa propensione all’aiuto dei compaesani che convinse Alina che il suo futuro poteva essere quello di fare il medico di famiglia. Sia lodato il Signore, finalmente un giovane che sogna di fare il Medico di famiglia! Quella sensazione di poter aiutare 1843 persone che lei conosceva da sempre la faceva sentire bene. Nel 2030 il dottor Nardu andrà in pensione, chissà se ci sarà la possibilità di diventare medico di famiglia di Baucina, le piacerebbe tanto.
Alicia invece, folgorata dall’evento di quella sera del 2012, voleva fare il cardiologo. Ma non solo, perché - chissà forse anche a causa del nome un pò “statunitense” datole dagli zii americani - nella testa le frullava la pazza idea di provare Medicina in lingua inglese, idea peraltro assolutamente caldeggiata da zio Frank e da zia Margareth (con la quale Alicia parlava correntemente inglese al telefono per ore), che sostenevano che Medicina in inglese dava “something extra” come dicevano loro (ossia “una marcia in più”). Certo in Italia era un terno al lotto con soli 600/700 posti al massimo in tutta Italia, pochissimi in Sicilia, ma l’idea di provare era concreta.
Le nostre amiche gemelline continuarono a studiare fino ad arrivare al diploma, con ottimi risultati, che conseguirono nel 2021, all’età di 18 anni e mezzo. A settembre avrebbero sostenuto il famigerato test nazionale per l’accesso alla facoltà di medicina. In quella estate Fofò (il figlio de “u carnaru” lo ricordate?) le aiutò molto a studiare le materie dell’esame perché le aveva già studiate nel suo percorso formativo di studio per diventare infermiere professionale. Alina, che era innamorata di Fofò fin da piccola, in quell’estate credo se ne invaghì ancora di più. Ogni volta che parlavano, anche solo di Biologia o di Chimica, Alina, che pure caratterialmente non è timida come abbiamo detto a differenza di Alicia, diventava rosso fuoco in faccia. Non avevano molta differenza di età, una decina di anni, Alina ci sperava. Fofò era veramente un bravo ragazzo, ormai infermiere professionale impiegato al Presidio Ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta. Chissà!
L’estate 2021 fu molto intensa per le gemelline. I posti del concorso nazionale a Palermo sono 417, di cui 320 a Palermo e 97 a Caltanissetta. Ma c’è anche Messina, con oltre 300 posti e Catania con 400 posti. Ma i partecipanti sono oltre 63.000. Ovviamente hanno messo tutte le sedi gradatamente nelle preferenze. E’ difficilissimo. Poi ci sarebbe anche il test Imat, ma là sembra ancora più complicato, i posti sono pochissimi, soprattutto in Sicilia e soprattutto c’è solo la sede di Messina, Palermo non c’è.
Le nostre gemelline fanno un buon test, ma sfortunato, lo ripetono nel 2022. Alina ce la fa, riesce ad essere assegnata all’Università di Palermo con gli scorrimenti nell’agosto 2023, poco prima della festa di Santa Fortunata, indovinate in quale sede dell’università di Palermo? Bravissimi! proprio Caltanissetta. Caltanissetta dista un paio d’ore da Baucina, dove ogni tanto Alina torna, ovviamente non si è persa la festa di Santa Fortunata del settembre scorso.
Ora è chiaro perché la Vara, nel settembre scorso, ha fatto la fermata vicino a Mamma Fortunata!
Alina è molto brava, è sempre più convinta di fare il Medico di famiglia. Secondo me la troveremo a Baucina fra 5 o 6 anni, nell’ambulatoria di dottorNardu, per la gioia di tutti i baucinesi. Ah, dimenticavo … un uccellino mi ha detto che alla mensa universitaria spesso la vedono pranzare insieme con Fofò… e un paio di volte sono stati intercettati il sabato sera alla “Capannina” di Caltanissetta. Di più non so (per ora!).
Alicia è stata un po' più sfortunata. Le peripezie di prenotazione e assegnazione del test 2021 e 2022 (MedIta e MedEng) l’hanno portata prima ad Odontoiatria a Messina, poi a medicina a Chieti, oltre a un troppo tardivo e lontano Imat Polimarche nel 2023. Ma lei non si è arresa, il richiamo di studiare Medicina in lingua inglese proiettato ad una specializzazione in cardiologia, SOLO nella sua isola è sempre stato forte e tanta è stata la determinazione e la perseveranza. Nel suo percorso di attesa, sofferenza e resilienza le gemelline e mamma Fortunata hanno trovato un’altra “comunità” oltre a quella dei Baucinesi, un forum pubblico che parla di Medicina dove si condividono gioie, speranze e dolori, e hanno trovato in particolare un paio di Angeli Custodi (anche se mamma Fortunata è sempre stata convinta che sia stata l’intercessione della Santa a farli incontrare!), due benemeriti tutor di un forum - Tigre66 (lo ricordate? lo stesso di Farfal05) e WaPeace1 (acronimo di WeArePeace in inglese - si legge Wapis1) - che hanno condotto per mano le due gemelline e mamma Fortunata nel lungo percorso, incoraggiandole, traducendo con numeri, tabelle, indici e lettere le graduatorie e la burocrazia, ed alimentando le loro speranze.
Proprio oggi è un grande giorno, Alicia sta salendo le scale del treno in partenza destinazione Sicilia, Alicia è finalmente booked a MedEng in Sicilia, la sua terra, con concretissime possibilità di arrivare in prima scelta, se vorrà ancora aspettare. Ad ogni modo uno dei posti di Medicina in Inglese in Sicilia è suo.
Si immatricolerà, dove poco conta, per la gioia di Papà Peppino, Mamma Fortunata e Nonno Carmelo e soprattutto per la sua gioia e della sua gemella. Ora studieranno entrambe Medicina nella loro terra, a distanza di un paio d’ore l’una dall’altra. Zio Fraddy e Zia Margareth hanno inviato un telegramma di felicitazioni e un premio in dollari per le due gemelline.
Le due gemelline ci leggono, ne sono certo. Oggi è un giorno di festa anche per noi, un altro treno arriva in stazione, in attesa della grande festa di Santa Fortunata del 14 e 15 settembre 2024 che sarà ancora più bella quest’anno e Alina e Alicia saranno presenti e vedranno tutto dal balcone insieme a Nonno Carmelo “u lampionaru” e sicuramente ricordando quella sera di settembre del 2012 quando la via si mostrò … e ho tanto l’impressione che, durante la processione, la vara della Santa si fermerà anche quest’anno da Mamma Fortunata, che ha già preparato una catenina con due ciondoli d’oro identici a forma di stetoscopio da donare alla Santa.
E così sia!
Nuanda
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Devo un ringraziamento a voi ragazzi che siete i protagonisti inconsapevoli di queste mie strane “Storie di Medicina” e a questo nostro meraviglioso paese, l’Italia, perché con i suoi innumerevoli piccoli comuni pieni di tradizioni, vini, dolci, fatti e personaggi offre infiniti spunti per scrivere racconti, posto che, ovviamente, sono (quasi del tutto) inventati… a parte gli epiloghi, le sedi di assegnazione e i protagonisti “futuri medici” che sono gli unici protagonisti sempre veri (non i nomi ovviamente), ma questo lo avevate capito.
E’ un mio modo (singolare lo capisco!) per festeggiare ognuno di voi che riesce a salire sul treno e che corona un sogno inseguito per tanto tempo, ma così avrete una ragione in più per ricordarvi del forum anche quando sarete medici.
Ma è anche un modo per insegnare e spronare chi non riesce oggi a salire sul treno a tenere duro, perché un altro treno passerà, basta saperlo aspettare e farsi trovare in stazione!
Un ringraziamento particolare va oggi a Baucina, che mi ha dato questa improvvisata ispirazione per questo racconto da dedicare alle nostre amiche gemelline ed in particolare ad “Alicia” e al sito https://www.santafortunata.org/santafortun...ria-della-festa dal quale ho preso tutte le notizie (quelle sì tutte vere) sul borgo, sulla storia e sulla splendida festa tradizionale di Santa Fortunata, dove prima o poi andrò anche io, perché ormai la curiosità è tanta.
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come state? Spero stiate passando una bella giornata!
spero di poter avere occasione di conoscere tutti i miei colleghi del forum 
